sabato 20 dicembre 2014

A Chrismas Carol

Nell’ambito delle attività promosse promosse dal Centro di Ascolto LGBTIQ di Taranto e Provincia, che godono del Patrocinio Morale del Comune di Taranto e dell’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, continua la rassegna di arti sceniche, visive e letterarie “Xmas in (Diver)City”, promossa dal 7 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto, in collaborazione con il Cantiere Maggese, la Biblioteca Comunale Pietro Acclavio, la ProLoco di Taranto, Puglia Internazionale e numerose altre associazioni, al fine di riscoprire, valorizzare e conservare la memoria storica locale, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza, alla diversità, allo sviluppo sostenibile e di sensilizzare giovani e meno giovani alla prevenzione e al contrasto a malattie sessualmente trasmissibili, fenomeni di omofobia, transfobia, bullismo, violenza di genere, attraverso mostre di arte visiva, reading, performance di teatro-danza, flash mob, proiezioni, lectio magistralis, presentazioni di libri, convegni, escursioni, happening e concerti che allietano la Città dei Due Mari durante il mese, per antonomasia, dedicato agli affetti più cari.


A Christmas Carol al Cineforum per i più piccoli
Lunedì 22 dicembre l’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto invita i propri soci presso i locali che ospitavano la Chiesa di San Gaetano (ora appartenenti al circuito Cantiere Maggese, gestito dalla Cooperativa Carisma) sull’omonimo slargo che si estende tra via Garibaldi e Via Cava, nel cuore del centro storico, dove a partire dalle ore 21.00, per il ciclo “Cineforum” sulla diversità dedicato ai più piccoli, verrà proiettato “A Christmas Carol”, film del 2009 diretto da Robert Zemeckis, adattamento cinematografico del racconto Canto di Natale di Charles Dickens. Tra gli interpreti: Jim Carrey, Robin Wright Penn, Gary Oldman, Colin Firth, Cary Elwes. È stato prodotto dalla Walt Disney Pictures e realizzato in CGI utilizzando la tecnica della performance capture. La partecipazione alla proiezione del film è libera e gratuita. È però necessario prenotare al +39 346 622 6998.

«Il vecchio e avaro strozzino Ebenezer Scrooge non ha alcuna intenzione di condividere le gioie del Natale. Né con il nipote Fred né con il suo dipendente Bob, che riceve uno stipendio da fame e ha una famiglia numerosa, né tantomeno con chi gli chiede sottoscrizioni in favore dei più diseredati. Per lui il Natale è solo un giorno in cui deve pagare Bob che resterà però a casa. La notte della vigilia compare però, terrorizzandolo, il fantasma del suo socio in affari Marley, morto sette anni prima. Marley gli annuncia l’arrivo di tre Spiriti. Uno gli mostrerà i suoi Natali passati, uno quello presente e l’ultimo quello futuro, in cui lui sarà morto e nessuno avrà un buon ricordo della sua esistenza. La lezione gli servirà.

Di Canto di Natale di Dickens il cinema si è impossessato sin dal 1914 e non ha smesso di occuparsene nel corso dei decenni a venire, coinvolgendovi Paperone e soci, Bill Murray nei panni di un magnate televisivo e perfino i Muppets. Poteva mancare il 3D? Ovviamente no. Poteva Zemeckis, sperimentatore delle potenzialità del cinema da sempre, non tentare l’impresa? La risposta è ancora no. Al suo fianco trova il talento sempre più affinato e “natalizio” (è stato Il Grinch ricordate?) di Jim Carrey che è pronto a quadruplicarsi (Scrooge e i tre spiriti) per questa storia morale che resta valida oggi così come nel 1843.
Utilizzando il Performance capture (una tecnologia che permette di riprendere gli attori con cineprese computerizzate che spaziano a 360° gradi per poi trasformarli in personaggi da animazione) Zemeckis avrebbe potuto prendersi tutte le libertà. Invece si è attenuto con grande fedeltà al testo quasi che, appunto, vi riscontrasse una grande attualità che non abbisognava di adattamenti.
Gli Scrooge non mancano nel mondo odierno (anche se magari vanno in palestra e sono eternamente abbronzati) e avrebbero anch’essi bisogno di uno sguardo retrospettivo unito a uno verso il futuro, destinati a far loro percepire la fragilità dell’esistenza umana.
Zemeckis coglie il profondo senso morale dell’opera di Dickens e non ne attenua i toni. Ne nasce quindi un film non adatto ai più piccoli (le scene con Marley e con lo Spirito dei Natali Futuri sono degne di un horror di classe, per di più in tre dimensioni). È, però, capace di far riflettere con efficacia non tanto su una visione edulcorata del Natale quanto piuttosto sul senso che la vita di ognuno (credente o non credente che sia, considerata la non leggera considerazione sugli uomini di chiesa pronunciata dal quasi mitologico Spirito del Natale Presente) può assumere su questa terra. Il 3D con le sue magie lo aiuta nell’impresa, offrendogli una dimensione che si colloca costantemente sul confine tra l’immaginario e il reale con grande effetto.» (recensione critica di Giancarlo Zappoli)