martedì 18 novembre 2014

DECRETO "SALVA TARANTO"

Dall’agosto caldo tarantino ben sei provvedimenti sono stati approvati dal governo italiano per garantire la continuità dell’attività produttiva dell’acciaieria più importante d’Europa, a danno dell’ambiente e della salute di Taranto e della sua popolazione. Si affaccendano ancora i nostri governanti nel far credere agli elettori che stanno provvedendo, ma l’unica cosa che si muove è l’aria attorno a loro quando pronunciano, compiaciuti pure, quei discorsi importanti di tutela del territorio, della salute che rimangono tuttavia lettera morta.
 
E qui s’incardina l’iniziativa dello “straniero”, di una connotazione altamente provocatoria, concreta e fattibile, che fa comprendere come, solo a volerlo, già da tempo ci si sarebbe potuti attivare, senza che i pensatori delle alte sfere,si  rigirassero ulteriormente i pollici impegnati a “cogitare”.

Ed ecco l’alter ego dei decreti salva ilva, il DECRETO “SALVA TARANTO”, che contiene le disposizioni urgenti per la determinazione del danno ambientale, l’avvio delle bonifiche e il rilancio economico e occupazionale del territorio.

La procedura, dettata in ragione della grave situazione ambientale, sanitaria e sociale, cari pensatori, invero è di una semplicità, logicità e tempestività estrema! Il Ministro dell’Ambiente, nel termine perentorio di 45 giorni dall’approvazione del decreto, “dovrebbe” procedere alla determinazione del danno ambientale e sanitario a Taranto così come previsto dalla direttiva comunitaria sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale nonché dall’art. 18 L. 349/86 così come modificato dal D.lgs. 152/2006 parte VI che ha previsto la responsabilità extracontrattuale per danno ingiusto all’ambiente (ovvero verificatosi a causa di violazioni di legge), affidando la competenza al giudice ordinario.
Eh già, cari pensatori, esistono le norme che consentono di accertare il danno, basta applicarle.
 

Definito il danno, il Ministero “dovrebbe” trasmettere, entro 7 giorni,  gli atti alla Procura della Repubblica di Taranto per consentire ai P.M. di svolgere il loro lavoro, anziché paralizzarne ogni azione, affinché si proceda nei confronti dei soggetti che hanno causato il danno ambientale, con contestuale sequestro dei beni mobili e immobili, titoli della proprietà per l’equivalente della somma prevista dal danno ambientale.
In tal modo si “reperirebbero” in parte le risorse necessarie per la realizzazione della messa in sicurezza e delle bonifiche e il relativo risarcimento dei danni da illecito.
Cosa si potrebbe fare nel caso in cui il Ministero non rispettasse i termini? Incaricare un collegio di periti che sostituirebbe il Ministero nell’espletamento degli “incombenti”.
Attraverso l’istituzione di una struttura “TARANTO LIBERA”(composta da 15 membri di comprovata esperienza, autorevolezza e professionalità a livello internazionale) poi si “potrebbe” puntare alla conversione economica industriale per realizzare un sano rilancio dell’economia.
Come? Attribuendole poteri di pianificazione urbanistica, di attivazione di procedure per il rilascio di autorizzazioni all’esercizio di attività commerciali e imprenditoriali, di utilizzazione e gestione dei fondi europei, statali e regionali per procedere alle bonifiche e al rilancio economico dell’area industriale. Come procedere ancora? il governo “dovrebbe” dichiarare Taranto e Statte AREA NO TAX con la conseguente defiscalizzazione di tutte quelle imprese che investano in settori non a carattere insalubre (biomedica, nanotecnologie, turismo, etc..). “TARANTO LIBERA” entro 8 mesi “dovrebbe” quindi approvare un piano per la conversione industriale dell’area, indicando con bando pubblico internazionale criteri e termini per la presentazione dei progetti d’impresa , con conseguente accesso a determinati benefici (ad es. eliminazione accise, riduzione bolletta elettrica , riduzione Irap e Ires, partite Iva agevolate etc..)
Tutto qui cari pensatori. E per chi non concordasse si può solo rispondere che, nell’ambito di un sano confronto, è lecito non essere d’accordo. Tuttavia, questo, allo stato, è l’unico progetto realizzato per salvare la nostra Terra. Un progetto della cui validità non si può dubitare, visto che ha previsto, nel dettaglio, ogni aspetto che “potrebbe”rilevarsi determinante alla salvezza: il fondo temporaneo di sostegno per l’agricoltura e la mitilicoltura, la riqualificazione, trasformazione e rigenerazione urbana e ambientale a partire dai suoli contaminati. Ha previsto finanche le infrastrutture da realizzare per potenziare, ad esempio, il porto commerciale e le ferrovie, gli interventi di bonifica e di rigenerazione urbana e ambientale, il recupero della splendida Città vecchia, ingegnandosi altresì sul modo di reperire strumenti e risorse a livello non solo  europeo e statale ma anche in virtù del principio tutto tarantino “chi inquina paga”, ormai cavallo di battaglia della nostra Taranto, bella, splendida, meravigliosa… nonostante tutto.
DI ALESSIA SIMEONE

 

lunedì 17 novembre 2014

TENNIS TAVOLO PANTALEO TARANTO, VINCE E RESTA IN VETTA

Alessandro Piaccione in foto
Tutto come da previsione. Anche Castellana 'B' scivola sulla Olio Pantaleo, e in malo modo. Un monologo prettamente tarantino, dal primo all'ultimo incontro, consumatisi nello stretto giro di un'ora e mezza: l'orgasmo agonistico, pertanto, pare alquanto precoce. Un autentico manifesto a sfavore del siffredismo pongistico.

D'altro canto, il reggimento del maresciallo Čekić, al completo e in ottima salute, già nella fase di riscaldamento palesa il suo febbrile desiderio di triplicare il numero di vittorie conseguite sin dal debutto in B2, sotto lo sguardo attento di Massimo Occhinegro. Sulla sponda opposta, il manipolo di capitan Coletta (già la scorsa settimana in perlustrazione a queste latitudini, in occasione della gara amichevole con squadra maggiore) prova a tenere alta la concentrazione, in funzione di una grande impresa che la proietterebbe al di fuori dalle sabbie mobili della classifica.


Pronti, partenza, via. Piaccione opposto a Coletta. La stella dei due Mari ingrana dapprincipio la quinta, benchè l'arancione acceso dall'elettrico barese lo costringa ad accelerare: 3 a 1 e la Pantaleo passa in vantaggio. Un niagara di applausi si abbatte sul tavolo blu di via Viola. Il raddoppio è opera del decano Gasic: il gigante sloveno liquida per 3 a 0 Bianco, fornendo l'assist per la tripletta a Stamenkovski, che contro il quotato Diciolla non sbaglia (il nazionale macedone ha la meglio per 3-0). A porre il successo in ghiacciaia, ancora Gasic, che regala altresì a Coletta -il Moscardelli del tennistavolo pugliese- l'ebbrezza di un set vinto. In camera caritatis, un accigliato Šabo Čekić, non avente alcuna intenzione di regalare il pur minimo punticino agli avversari, ben istruisce in tal senso Piaccione e la sua truppa: al 16enne talento ionico l'onore di stappare lo 'champagne', a seguito del 3-1 su Diciolla.

Sorrisi, pacche e benevoli sfottò tra atleti e astanti, a corollario di una impeccabile prestazione. Prossimo episodio, sabato 22, allorchè, al cospetto dell'impetuoso Casamassima, sara d'uopo fare sul serio.

Sonora sconfitta per il Gruppo Expert. Alla Givova il derby tarantino di D1.

Un poderoso k.o. interno, forse non auspicabile. Si consuma così il weekend del Gruppo Expert Taranto, che, nel Girone A di C2, deve arrendersi ai colpi del C.T.T. Molfetta, il quale, benchè quotato, ha trovato spianata strada del successo. Priva dell'esperto Marossi (in qualche modo determinante la sua assenza), la seconda compagine affiliata al C.T.T. non entra mai in partita, concedendo agli avversari la possibilità di chiudere l'incontro in breve tempo. Con la seconda sconfitta di fila incassata, urgerà pertanto una riflessione.

In D1, invece, una strepitosa Givova si aggiudica il derbyssimo contro il C.T.T. dei veterani, mantenendo la testa della classifica. Due punti cadauno per Di Castri e Tundo, più il sigillo di Vipera, servono per regolare la più anziana squadra ionica, che può ad ogni modo portare a casa la soddisfazione di un punto conquistato da Natali. Un duello generazionale che ha offerto emozioni e spettacolo dall'inizio alla fine.

In Serie D2, sconfitta per 5 a 0 del C.T.T. dei piccoli, che cade in casa del Magna Grecia "B".

Aldo Simonetti
Addetto Stampa A.S.D. C.T.T. Taranto

venerdì 14 novembre 2014

TARANTO FC E FERRARI: CONTO ALLA ROVESCIA

Presentato ufficialmente in conferenza stampa questa mattina a Palazzo Pantaleo l’evento denominato ‘Art.24 Diritto alla Salute – Un Sorriso per la vita’ organizzato dalla Scuderia Ferrari Club Taranto del presidente e Coordinatore Elio Dalto. Presente anche una delegazione del Taranto Football Club 1927 rappresentato dal direttore operativo Domenico Napoli e il responsabile dell’area tecnica Francesco Montervino. L’evento si svolgerà mercoledì 19 novembre 2014 presso lo stadio Erasmo Iacovone dove a partire dalle ore 15 si susseguiranno eventi sportivi ed attività che avranno come unica finalità quella di recuperare fondi per la realizzazione del Reparto di Oncoematologia Pediatrica all’ospedale Moscati di Taranto. Questo il calendario delle manifestazioni: alle ore 15:00 La Polizia Municipale di Taranto, l’ANT e una rappresentanza delle Forze Armate svolgeranno un triangolare di Calcio. Alle ore 18:00 si svolgerà un mini torneo tra 17 Scuole Calcio della Provincia di Taranto. Alle ore 20:30 si svolgerà la partita tra Scuderia Ferrari Club Taranto e il Taranto FC 1927. L’obbiettivo comune della Scuderia Ferrari Club Taranto e del Taranto Football Club 1927 è coinvolgere tutto il territorio ionico per raggiungere l’obbiettivo finale, ossia la beneficenza. Chi vorrà assistere all’evento potrà farlo acquistando i biglietti già in vendita al costo di 7 euro presso tutti i punti autorizzati Bookingshow e il giorno stesso dell’evento al botteghino dello stadio Erasmo Iacovone.


di comunicato stampa

giovedì 13 novembre 2014

NOSSA COPA É NA RUA...l’urlo delle piazze e delle favelas lontano dai riflettori della Coppa del Mondo di calcio

L’associazione Culturale “Le Muse Project”
presenta

NOSSA COPA É NA RUA
Il Brasile in lotta: l’urlo delle piazze e delle favelas lontano dai riflettori della Coppa del Mondo di calcio 
Un reportage di Luigi Spera


Sabato 15 novembre 2014, dalle ore 18.00, presso il Cantiere Maggese, Largo San Gaetano, nel Borgo Antico della Città di Taranto, il giornalista/fotoreporter Luigi Spera presenterà il reportage NOSSA COPA É NA RUA. Il Brasile in lotta: l’urlo delle piazze e delle favelas lontano dai riflettori della Coppa del Mondo di calcio. “La nostra Coppa del Mondo è per strada” (Nossa Copa è na rua), è stato uno dei principali slogan dei manifestanti brasiliani nelle proteste sociali scoppiate in tutto il Paese a partire dal giugno 2013 e poi durante i Mondiali di calcio del 2014. Luigi Spera ha voluto immergersi nella realtà locale, per raccontare la realtà nascosta dalla propaganda ufficiale e dalla rappresentazione spesso per stereotipi della quotidianità brasiliana e carioca. Trasferitosi per alcuni mesi a Rio de Janeiro ha seguito tutte le proteste e le manifestazioni in strada di quei giorni per raccontare, sperimentandola, anche la dura repressione della polizia. Ha poi approfondito le condizioni ‘imposte’ al popolo delle favelas e dei senzatetto per lo svolgimento dell’evento internazionale.

Quello che presenta è un corposo portfolio fotografico, alcuni video documentari e un articolato web reportage. Materiale che verrà presentato dall’autore insieme a 10 scatti in bianco e nero che saranno in esposizione a parete. Un complesso ed emozionante viaggio attraverso l’asfittica realtà quotidiana e le aspirazioni a una vita migliore del popolo del Brasile, uno dei luoghi al mondo dove più evidenti e drammatiche sono evidenti le feroci contraddizioni della contemporaneità globalizzata.  L’interessante portfolio sarà in mostra presso la sala espositiva del Cantiere Maggese da venerdì 14 novembre a domenica 16 novembre. L’incontro con l’autore, con le proiezioni, si terrà alle 18.00 di sabato 15 novembre 2014 presso lo stesso Cantiere Maggese. Introduce all’incontro la dott.ssa Silvana Pasanisi. L’ingresso all’evento è libero.
Info sull’autore
Luigi Spera, classe 1982, inizia a scrivere giovanissimo. Assunto dal quotidiano campano Metropolis, dove si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria soprattutto in relazione al fenomeno della criminalità organizzata, diventa giornalista professionista a 25 anni. Nello stesso periodo collabora con alcune testate nazionali tra cui Il Mattino, Europa, L’Unità e il sito dell’associazione antimafia Libera. Laureato in Scienze Politiche alla Federico II di Napoli, segue un “Master in Giornalismo Internazionale” presso Institute for Global Studies e, in seguito, consegue un diploma di specializzazione in “International Security Studies”. Accreditato presso lo Stato Maggiore della Difesa italiano, ha avuto esperienze come giornalista ‘embedded’, tra cui quelle in Afghanistan e in Kosovo. Da freelance ha seguito gli sviluppi della crisi siriana a distanza e sul posto con un viaggio in Medio Oriente nel settembre 2013. Inoltre, è stato autore e conduttore della trasmissione “Proiezioni Estere”, quindicinale di politica estera in onda su Radio Siani nella stagione 2013/2014.
Da diversi anni rivolge grande attenzione alla cultura e alla società del Brasile, passione che lo porta a concentrarsi in maniera particolare sui fenomeni delle favelas, del crimine organizzato e delle politiche di sicurezza pubblica, in particolare la recente opera di pacificazione delle favelas di Rio de Janeiro con la Upp. Sul tema ha scritto un libro in pubblicazione a inizio 2015. Trasferitosi per alcuni mesi a Rio de Janeiro nel 2014, ha coperto per l’intero periodo gli eventi legati al Mondiale di Calcio Brasil 2014 con numerose inchieste, pubblicazioni di articoli, reportage, fotoreportage e videoreportage per raccontare la realtà del Paese ‘dietro’ la coppa del mondo di calcio, pubblicati per le maggiori riviste giornali italiani. Come giornalista e fotoreporter freelance pubblica regolarmente con Il Fatto Quotidiano, Limes, Il Corriere della Sera, Reset, Huffington Post, Wired, Linkiesta e altre testate nazionali. Dal marzo 2014, collabora con l’agenzia fotogiornalistica Controluce/Afp.

Per info: lemuseproject@hotmail.it
Ufficio stampa “Le Muse Project”

martedì 11 novembre 2014

IL LUNGO E SACRO 22 NOVEMBRE TARANTINO...

Si festeggia il 22 novembre Santa Cecilia, nobile romana, che si convertì al cristianesimo la sera delle nozze con Valeriano, convincendo anche il coniuge a convertirsi. Secondo la tradizione, un certo Almachio, dopo aver fatto decapitare il marito, per impossessarsi dei suoi beni, la fece immergere in liquidi bollenti ma ne uscì illesa e, per riuscire ad ucciderla, ne ordinò la decapitazione. Si narra che però sopravvisse per tre giorni ed ebbe il tempo, prima di spirare, di donare tutti i suoi averi ai poveri. Si racconta che durante la cerimonia nuziale, "mentre risonava la musica, Cecilia in cuor suo cantava la sua preghiera” e per questo fu consacrata patrona dei musicisti.
Con i festeggiamenti di Santa Cecilia, a Taranto, inizia l’Avvento, che in genere in altre località prende il via il giorno dell’Immacolata o, al più tardi, il giorno di Santa Lucia. 

All’alba del 22 novembre risuonano per la città le “pastorali”composte dai maestri tarantini del lignaggio di Giovanni Ippolito, Giacomo Lacerenza, Domenico Colucci e Carlo Carducci, ispirate alle melodie suonate dai pastori abruzzesi, che durante la transumanza, arrivavano nelle nostre terre con le greggi, barattando il diletto dato alle genti col suono delle loro zampogne, ciaramelle e cornamuse con del cibo. L’atmosfera, tra le musiche e l’odore delle pettole fritte in grandi padelle per le vie della città, sul far del giorno, è davvero magica  e racconta silente, per immagini, la bella storia di tutta la tradizione folkloristica tarantina dell’attesa del Natale.

Ed infatti le genti tarantine offrivano ai pastori, che giungevano affamati nella nostra brulla Terra, le pettole, frittelle di pasta di pane, un  cibo povero e semplice ma al tempo stesso gustoso e nutriente.
Si racconta che il giorno di Santa Cecilia, una donna tarantina si alzò, come faceva in genere, per preparare l’impasto del pane. Lavorò “ u luaf” (il panetto) “int’ u limm” (una grande coppa in terracotta), coprendolo con una “manta di lana” (una coperta di lana), lasciandolo riposare vicino a “fracassé” (l’antica cucina a legna). Udì le melodie degli zampognari e li seguì incantata per i vicoli del paesiello, dimenticandosi dell’impasto. Rientrata a casa, si accorse che la pasta del pane era lievitata troppo ma, senza scoraggiarsi, di quel composto appiccicaticcio ne fece delle palline che buttò a friggere nell’olio caldo. Quella fu la colazione per i figli che, incuriositi dalla novità, chiesero il nome di quelle belle pallozze soffici soffici, gli fu risposto “pettel” (piccola focaccia da “pitta”). Uno dei figli continuò: “ E ‘cce sont?”, “L’ cuscin’ du bambinell” (i guanciali di Gesù Bambino) rispose la madre, che scese per strada ad offrire le pettole ai pastori per ringraziare delle belle melodie suonate.


Da allora la tradizione vuole che il giorno di Santa Cecilia si aprano le porte alle feste natalizie al suono delle pastorali e gustando le pettole calde calde, insaporite con lo zucchero, il miele, il vincotto o addirittura la nutella, iniziamo la giornata tutti quanti più sereni e soddisfatti perché so tropp’bbone e cannarut’, in attesa di gustare tutti gli altri prodotti tipici tarantini del Natale.

A CURA DI ALESSIA SIMEONE

lunedì 10 novembre 2014

Casa Euro Taranto: vittoria di cuore su Venafro

Il Cus Jonico rimonta negli ultimi minuti la Dynamic e torna al successo davanti al suo pubblico. Tutti protagonisti, di Potì i canestri decisivi nel finale.
 
CASA EURO TARANTO – ROMANO GROUP VENAFRO 65-59

Casa Euro Basket Taranto: Bisanti, Giancarli 7, Potì 14, Conte ne, Salerno 5, De Paoli 19, Tabbi 4, Sirakov 16, Pannella ne, Stola ne. All: Leale.

Romano Group Dynamic Venafro: Corrall 14, Montanaro, Moretti 10, Minchella 3, Ferraro, Cardarelli ne, Lovatti 12, Brusello, Petrazzuoli 20, Scafaro. All: Mascio.
Parziali: 12-15, 29-38, 48-54
Arbitri: Marco Leggiero e Pierluigi Marzo di Lecce.
Note, usciti per falli: -; Spettatori: 700
Vittoria sofferta, per questo ancora più apprezzata, per la Casa Euro Basket Taranto. Ci sono delle partita che nascono male ma si possono rimettere in piedi con il cuore come ha fatto il Cus Jonico capace di rifilare un break di 11-0 negli ultimi 3’ alla Dynamic Venafro. Difficile trovare un protagonista al di là dei 19 punti con tripla del sorpasso di De Paoli, i 16 di Sirakov che ha tenuto in corsa la squadra con i suoi canestri, i 14 di Potì che ha messo la firma nelle azioni decisive ma anche la “tigna” di Giancarli, Tabbi e Salerno.
Leale parte con Giancarli, Sirakov, Potì, De Paoli e Tabbi; Mascio risponde con Corral, Moretti, Ferraro, Lovatti e Petrazzuoli.
Taranto si affida all’asse Potì-De Paoli che frutta 4 punti al centro di Pordenone che segna anche due liberi per il 6-2 iniziale. Venafro si sveglia e fa male dalla distanza con 3 triple di fila di Petrazzuoli, che concede il bis, e Lovatti: sul 6-13 Leale ne ha abbastanza e chiama timeout. La pausa rigenera Tabbi ma soprattutto Sirakov che segna due canestri in fila con l’assistenza di Salerno per il -1 prima del tiro di Lovatti per il 13-15 del primo quarto.
Petrazzuoli riparte da dove aveva finito, con tre punti frutto di un canestro più libero. Venafro gioca bene in attacco, a rimbalzo Corral fa la voce grossa e Petrazzuoli-Lovatti fanno la differenza al tiro per il +8 (20-28) che costringono Leale ad un secondo time out. Taranto resta in partita nonostante l’empasse: Potì si sacrifica in difesa e attacco, De Paoli tiene il margine nei limiti e così è il capitano che si carica la squadra sulle spalle segnando il canestro del -3. Ma Petrazzuoli si rimette in ritmo da tre, Moretti lo imita e la Dynamic chiude avanti 38-29 all’intervallo.
Il copione non cambia dopo il riposo lungo con Corral, Petrazzuoli e Moretti a segnare il massimo vantaggio ospite, +13. Il Cus si affida all’estro di Sirakov, 4 punti, e prova a rientrare in partita con la tripla di Giancarli prima e Sirakov poi per il -6 al 27’. Finale di quarto che cambia il punteggio ma non la sostanza: Minchella risponde di tripla a De Paoli, Venafro resta davanti 54-48.
Giancarli e Sirakov, ancora da tre provano il riaggancio ma Venafro rispedisce al mittente il tentativo con Lovatti e Corral: 54-59 al 35’. La palla comincia a pesare e gli errori aumentano vorticosamente nel finale da tutte e due le parti, il sangue freddo ce l’ha Tabbi in difesa e Potì in attacco che segna due canestri che riportano Casa Euro a contatto, -1, a un minuto dalla fine. Il capitano rossoblu è ispirato e ispira la mano di De Paoli che da lontano centro il bersaglio grosso quello del sorpasso, dall’altra parte Ferraro sbaglia la tripla del controsorpasso e Potì, ancora lui, recupera la palla a 18” dalla fine subendo fallo. Dalla lunetta la palla non pesa per il capitano che segna 4 liberi in fila sancendo così il ritorno alla vittoria della Casa Euro Basket Taranto. Finale con giro di campo per salutare il pubblico che ci ha creduto così come tutta la squadra.
Domenica si torna in trasferta, a Mola.

venerdì 7 novembre 2014

I LIBERI E PENSANTI SCRIVONO A MATTEO RENZI

La seguente lettera è stata inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per conoscenza alla Prefettura di Taranto all'attenzione del Prefetto Dott. Guidato e alla Questura di Taranto all'attenzione del Questore Dott. Mangini.

Lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi - Richiesta d'incontro.

Signor Presidente del Consiglio,

Le scriviamo in merito alla visita che farà a Taranto nei prossimi giorni e che, stando alle indiscrezioni, prevederà anche una visita all'interno dello stabilimento Ilva. In questi anni il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha svolto un importante ruolo negli eventi nevralgici che hanno segnato la storia della città e del siderurgico che ospita. Al proprio interno raccoglie cittadini impegnati in prima linea nella lotta all'inquinamento e lavoratori da anni attivi affinché, proprio in quella fabbrica, il lavoro non fosse solo un moltiplicatore di morte (tanto nello svolgimento delle proprie mansioni quanto coi fumi e i veleni della produzione). Alcuni di loro hanno svolto un ruolo centrale e decisivo anche nell'ambito dell'inchiesta "Ambiente Svenduto" condotta dalla magistratura tarantina. Un esempio su tutti: difficilmente si sarebbe giunti alla scoperta dei fiduciari dei Riva in fabbrica, che operavano come kapò pur non avendo alcun inquadramento aziendale, senza chi vi scrive; senza il mobbing e le angherie subiti da pochi coraggiosi operai spesso osteggiati anche da Cgil, Cisl e Uil. Se oggi non esiste più un "governo ombra" nello stabilimento lo si deve alle nostre scelte. Le scriviamo, dunque, perché il giorno in cui verrà a Taranto non vorremmo contestarla, urlarle contro le colpe che pure il suo Governo ha nella vicenda Ilva.
 Al contrario vorremmo accompagnarla, portarla negli impianti per farle conoscere la "vera" Ilva con gli occhi di chi per anni ha denunciato nel silenzio totale di istituzioni e sindacati (fino all'arrivo dei sigilli della Magistratura). Vorremmo poter esprimere le nostre idee alternative per Taranto, il Sud e l'Italia. La nostra posizione e la nostra storia non possono in alcun modo essere rappresentati dai sindacati e siamo certi che se si limiterà ad incontrare loro non potrà avere una vera idea di cosa è Taranto e di ciò che tutt'oggi accade nell'Ilva. Camminerebbe all'interno della bolla di vetro linda e pulita che sono bravi a decorare per le grandi occasioni. Noi le offriamo la possibilità di un viaggio vero nella carne moribonda del mostro d'acciaio, ma le ricordiamo anche che le organizzazioni sindacali non sono rappresentative di tutti gli operai presenti in fabbrica, bensì solo di una minoranza. Noi le diamo l'occasione di non fare una semplice passerella, e le chiediamo in cambio solo la possibilità di esporle il nostro punto di vista, quelle verità che tanto i sindacati quanto le forze politiche (a cominciare da chi rappresenta in terra ionica il Partito Democratico, l'on.Michele Pelillo) non le racconteranno mai.

A.P.S. Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

giovedì 6 novembre 2014

NON VI CAPISCO...

TROVIAMO...LEGGIAMO...APPREZZIAMO E PUBBLICHIAMO QUESTO TESTO TROVATO SUL BLOG DI MAURO NOTARNICOLA BLOCK NOTAR

Non capisco. Tutte le volte. Non ho neanche le forze per minacciarli fisicamente. I tifosi da salotto, quelli che mettono la sciarpa sulle ginocchia anziché sventolarla prima, durante e dopo la partita. Quelli che al posto di sorbirsi prefiltraggio, tornelli e puzza di piscio, preferiscono prendere i pop-corn, metterseli tra le gambe e spingere un pulsante su un telecomando. Non li capisco, e mai li capirò. Mi fanno talmente innervosire che mi fanno cadere le braccia per il nervoso. In un certo senso non voglio capirli.
Mi dispiace, amico mio. Mi dispiace che tu non solo rinunci a questospettacolo, ma ti permetta di pagare una televisione privata per goderti un tifo che non esiste. Mi dispiace che tu perda tutto il bello che c’è in una curva, in uno stadio vero, in un pezzo di stadio che diventa casa tua, seppur per un paio d’ore. Mi dispiace che tu non possa vivere come me. Ma soprattutto che tu possa perdere questamagia che si crea tra quelli che sono lì con te.
La mia squadra era in svantaggio. Spingeva, ma senza risultato. E prova di qua, prova di là, a testa bassa. Stavamo sbagliando troppo. E quel ragazzo sotto di me si rivolge a me ogni volta, per dirmi “ma questo è scemo” oppure per dire “ma come fa a sbagliare cose del genere”. Sì, lui non conosce me, io non conosco lui. Non l’ho mai visto, non abbiamo messo mai le nostre mani sullo stesso tavolo per affondarle nel pollo per sbranarcelo, non abbiamo stappato nessuna Peroni né tanto meno abbiamo brindato alla vittoria. Non abbiamo condiviso i taralli pre-partita, e forse mai lo faremo. Non siamo amici su Facebook e, cosa più triste, non siamo reciprocamente follower su Twitter. Niente di più che una faccia, e forse una storia da raccontare.
Ma a quel gol, tutto ciò non contava. Non contava nulla se non che tutti e due eravamo lì per amore e che addosso avessimo una sciarpa con gli stessi colori. Ci siamo abbracciati, senza sapere i nostri nomi, senza sapere dove abitiamo, quanti anni abbiamo e neanche se ci piacciono le orecchiette con le cime di rapa. Niente. Eppure lì, in quello spicchio di mondo dove ognuno è innamorato a modo suo, io e lui ci siamo abbracciati. Non era un gol vittoria, non oso immaginare cosa sarebbe successo. Non era un gol promozione, perché forse gli avrei intestato casa mia. Era solo un gol del pareggio che, per giunta, poteva anche essere inutile pochi minuti dopo. Ci siamo abbracciati, come se non ci fosse un domani. Siamo entrati l’uno nell’amore dell’altro, senza conoscerci e senza neanche stimarci. Non mi importava chi fosse, mi importava ci fosse.
Quando una mia ex collega mi disse:”Io non riesco a capire quelli che vanno ogni domenica allo stadio”, io semplicemente le risposi che doveva venire allo stadio per capire. Perché è così facile fare i tifosi da salotto, perché è facile sparare a zero sulla squadra quando perde. Ma quanto è difficile condividere una passione, che si vinca o che si perda? Quanto è difficile abbracciare una persona sconosciuta, in nome di una non ben definita “fede in comune”? No, il mio stadio non lo cambio con nessuno. Ecco perché tifo per una squadra che posso seguire dal vivo. Ecco perché non capisco più chi tifa per gli squadroni del Nord. Non li capisco perché sono vittima di una magia, di un sortilegio, di un Cupido che aleggia sornione sulle nostre vite di curvaioli. Voi intanto restate a casa, ad abbuffarvi di patatine come se non ci fosse un domani. Sarà bello vedervi spaesati, quando e se verrete in uno stadio vero, fatto di seggiolini in simil-plastica, tornelli e gradoni. Ma ancora più bello sarà vedervi sbraitare e cercare insistentemente un telecomando immaginario, fatto di un materiale invisibile, e con vostra moglie accanto che urla “io non ci vengo più, fa troppo freddo”. #tantononcapirai

autore Mauro Notarnicola 

L’ARIA DI QUEL NATALE FATTO IN CASA di Ivan Scelsa

Vi chiederete come mai a pochi giorni dalla ricorrenza di Tutti Santi e della commemorazione dei defunti abbia deciso di scrivere per parlare del Santo Natale.
Già…il Santo Natale…una festa ormai consumistica, vissuta dalla grande distribuzione con la frenesia di predisporre l’attività per la vendita dei prodotti del periodo, con la forzata voglia di dimenticare velocemente i facili incassi della festa pagana di Halloween a favore della prossima, l’ennesima. 
Ritmi ossessivi e spasmodici, superficiali e consumistici che da anni allontanano il popolo dalle sue tradizioni più vere, quelle che univano la famiglia.
Ed è così che rileggendo le pagine di “Quel Natale fatto in casa”, magnifico libro di Nicola Caputo, mi riapproprio di tradizioni lontane, rivivo la voglia di quelle feste vissute nella tradizione, tra i preparativi della nonna e l’attesa della celebrazione liturgica che precede la mezzanotte Santa.
Viaggiando con la mente risalgono dalla memoria, inebriato da quegli odori che ancora mi pervadono a distanza di anni rinsaldando le mie origini.
I giochi natalizi… tombola, mazzetto, stoppa, mercante in fiera, pipecchia, sette e mezzo: giocati per ore intorno ad un tavolo in quel clima festoso della vigilia, inebriati dall’odore di fritto che inevitabilmente pervadeva cuore e vestiti in ossequio ad una tradizione a cui le nostre mamme, le nostre nonne, mai avrebbero rinunciato. 
Sanacchiùdere, carteddàte, bucchenòtte, pezzette cannèlle e fave de zucchere… che dolci ricordi.
E così, col groppo in gola, tutto d’un fiato, mi ritrovo a canticchiare quei versi di Cosimo Acquaviva che recitano così:   

Nenna-nenna
nenna-nonna
à parturite la Madonne,
à fatte nu belle bammine
vianche, russe e ricciutine.

La sua mamma lu pigghi’e e lu ‘nfasse
S.Geseppe l’allisce la facce,
e le strenge chidde piedine,
durme-durme Gesù bammine.


SCRITTO DA IVAN SCELSA

martedì 4 novembre 2014

Si parla di Giorgio Strehler al nuovo appuntamento de “Il profumo di un Libro”

Continua la decima edizione della kermesse di Arti Sceniche, Visive e Letterarie “Hermes Art Festival”, promossa dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, in collaborazione con il Cantiere Maggese, la ProLoco di Taranto e numerose altre associazioni. Persone di età ed estrazione sociale diverse, professionisti nel campo artistico-culturale, socio-assistenziale, economico-legislativo, scientifico-tecnologico, riunitisi sotto la denominazione associativa Hermes Academy Onlus a partire dal 2005, articolano emozioni tutti i giorni: 365 giorni l’anno, l’Arte incontra il sociale, l’Arte intesa come strumento di denuncia, di affermazione, di lib(e)rAzione e di rinascita, nella culla della Magna Grecia ed oltre.

Si parla di Giorgio Strehler al nuovo appuntamento de “Il profumo di un Libro”
Presso il Cantiere Maggese, laboratorio urbano patrocinato da Regione Puglia e Comune di Taranto, nella struttura che ospitava la Chiesa di San Gaetano, sull’omonimo slargo, nel cuore del centro storico, tra Via Garibaldi e via Cava, a partire dalle ore 17.00 c’è la consueta attività di accompagnamento allo studio per i piccoli isolani, a cura di Isabella Convertino, Luigi Pignatelli, 

Francesco Bon e altri volontari della Cooperativa Carisma e dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, che ogni giorno dal lunedì al venerdì coadiuvano gli studenti nello svolgimento dei compiti e nell’educazione alla lettura e alla ricerca. Il percorso si arricchisce di una collaborazione istituzionale: il martedì e il giovedì mattina, nell’ambito delle attività di sportello del Centro di Ascolto LGBTIQ presso la Biblioteca Comunale Acclavio, sita in Via Salinella, i bambini hanno modo di conoscere il Palazzo della Cultura e di scoprire la bellezza, il profumo, le sensazioni tattili legate ai libri e alle infinite possibilità di creazioni che il rapporto con questi genera.

Alle ore 19.00 torna il percorso di scrittura e drammatizzazione “Sulla rotta di Artaud”, coordinato dall’acting coach Luigi Pignatelli, rivolto sia a chi intende intraprendere seriamente lo studio delle tecniche di interpretazione, sia a chi vuole semplicemente mettersi in gioco e sperimentare nuovi metodi di ricerca e di comunicazione. Per info e iscrizioni, rivolgersi al +39 346 622 6998.

Alle ore 20.00 l’Hermes Academy Onlus propone, nella struttura che ospitava la Chiesa di San Gaetano, sull’omonimo slargo, nel cuore del centro storico, tra Via Garibaldi e via Cava, il nuovo appuntamento del ciclo di happening “Il Profumo di un Libro”: ciascuno porta un libro a sé caro, né racconta brevemente la sinossi, legge un passaggio significativo e racconta le emozioni suscitate dalla prima lettura. Nell’ambito dell’incontro, l’attore Luigi Pignatelli e i suoi allievi daranno lettura di alcune pagine tratte da saggi di Giorgio Strehler. La partecipazione è libera e gratuita.
«[…] io so e non so perché lo faccio il teatro, ma so che devo farlo, che devo e voglio farlo facendo entrare nel teatro tutto me stesso, uomo politico e no, civile e no, ideologo, poeta, musicista, attore, pagliaccio, amante, critico, me insomma, con quello che sono e penso di essere e quello che penso e credo sia vita. Poco so, ma quel poco lo dico…»

Figura fondamentale nella storia del teatro, Giorgio Strehler fondò, insieme a Nina Vinchi e Paolo Grassi, il Piccolo Teatro di Milano, situato in via Rovello ed inaugurato il 14 maggio 1947 con lo spettacolo L’albergo dei poveri di Maksim Gorkij. Nella sua lunga attività, Strehler si collega alla tradizione italiana ed europea, e alle più recenti teorie novecentesche dell’arte drammatica, con riferimento alle lezioni, tra gli altri, di Bertolt Brecht, Antonin Artaud e Louis Jouvet. Attenzione viene data all’uso dello spazio scenico, dei ritmi spettacolari e all’illuminazione.

lunedì 3 novembre 2014

VIVO, MORTO O...TARANTO...

Taranto, ricca di risorse mai sfruttate a dovere a scapito del giusto rilancio, cui dovrebbe tendere a occhi chiusi per tutto il “buono” che il territorio offre.
Una immeritata penalizzazione che relega la realtà jonica in un angolo angusto da cui, nonostante tutti gli sforzi, non riesce ad uscire.

Ritenuta per un verso strategica per la siderurgia, un’eccellenza che non può certo subire scardinamenti a causa del dramma ambientale in atto, negato, sottaciuto, sottovalutato, consapevolmente o meno, defraudata per altro verso di altrettante realtà che costituirebbero la giusta alternativa, se adeguatamente valorizzate, ad una seria rifioritura del territorio.

Ma invece di scegliere di piantare il seme della rinascita si continua a scegliere il seme dell’inerzia e della distruzione: accettare il ricatto occupazionale dell’Ilva, credendo in una impossibile, allo stato, riconversione dell’industria, acconsentire al progetto TEMPAROSSA contribuirebbe solo all’ulteriore distruzione di un territorio e dei suoi cittadini, che hanno bisogno di tirare il fiato un attimo e dedicarsi ad una ricostruzione solida e semplice al tempo stesso, che parta dal recupero dei frutti che offre la propria Terra.

Se negli ultimi anni, i beni archeologici e la rinnovata veste del Museo tarantino sta rilanciando la storia e la cultura tarantina, sembra invece che, in altri ambiti, si susseguano una serie di opportunità mancate, perché non si è saputo coglierle o perché non si è saputo lottare.

Si assiste così ad una lenta ma inesorabile perdita di realtà industriali significative per una sana crescita socio-economica del paese in linea con la naturale vocazione territoriale; un esempio fra tutte di realtà perdute sono i Cantieri Tosi.

Manca quel “quid pluris” che consenta alla città di stare al passo delle altre pugliesi che continuano a farla da padrona. Manca una classe politica compatta, che smetta i panni della litigiosità e cominci ad individuare comuni strategie vincenti al fine di valorizzare e rilanciare il territorio, facendosi sentire a livello locale e nazionale.

 “Mancanze” , troppe e talmente gravi, che  hanno finito col penalizzare irrimediabilmente la nostra bella Taranto che assiste, giorno dopo giorno, alla perdita di qualche pezzo, importante o meno, di un puzzle, che non sarà mai terminato, a scapito della migliore possibile qualità della vita che si possa realizzare in ogni città che si definisca davvero moderna.

Il sistema ferroviario è ormai inesistente, viste le innumerevoli soppressioni dei treni, che costringono il viaggiatore tarantino ad arrivare a Bari per poter partire; il sistema aereoportuale paradossalmente non decolla: Grottaglie spera in un “ripescaggio” a seguito della nomina della città di Matera a capitale europea della cultura.

Ancora alto è il rischio di vedere l’Autorità Portuale assoggettata e forgiata alle esigenze dell’Autorità Portuale barese, che la spoglierebbe di fatto di ogni significativa e reale occasione di apportare miglioramenti alla città.

Che dire poi dell’università ionica, autonoma solo sulla carta, ma che di fatto perde corsi di laurea (Scienze e tecnologia della moda; scienza della maricoltura, Professioni sanitarie), tutti trasferiti a Bari con tanto di risorse e progetti? 

Al bando dunque i contentini; incamminiamoci verso un’affermazione totale della nostra tarentinità.

Di ALESSIA SIMEONE