sabato 12 aprile 2014

ESCLUSIVA SETTIMANA SANTA: PARLA IL PRIORE

Non la solita storiella riproposta in tutte le salse, bensì un approfondimento con il Priore dell'Arciconfraternita del Carmine Cav. Antonello Papalia  sulla tanto attesa quanto affascinante Settimana Santa Tarantina. 
Siete sicuri di conoscere realmente tutto ciò che fa da cornice a quello che poi viene riproposto ogni anno da ormai 250 anni? 

Da sinistra Antonello Papalia Priore e Giovanni Schinaia
 vice Priore della confraternita del Carmine
 (foto Carpignano)
Quando iniziano i preparativi della settimana santa e da dove si inizia? 
Sostanzialmente non si finisce mai, non c'è una data di inizio dei preparativi perché è continua l'attività intorno a questa ricorrenza della settimana Santa. La data tipica, in cui iniziano i primi contratti con le bande e quant'altro è alla fine dell'anno, fine dicembre.

Per organizzare il tutto fate delle richieste alle istituzioni? Se si, vi vengono incontro? 
Le richieste fatte alle istituzioni e agli enti comuni sono di natura di ordine pubblico. La domanda è però più ampia, se interpreto bene, dico che troviamo la loro disponibilità poiché è un qualcosa che va a toccare l'intera città e quindi anche loro in prima persona. Ci sarebbe però, il bisogno di un tavolo di concertazione attorno a questi riti; ci sono una serie di problemi identici a quelli che riscontrava il priore di vent'anni fa. Potrebbe anche essere uno stimolo, cercare di affrontare le debolezze per migliorarle. Quello che erroneamente si fa, è confondere il giovedì e venerdì Santo con una qualsiasi notte bianca. Le istituzione in questo ci sono vicine negando la vendita di alcolici, carne e quant'altro.

I confratelli come affrontano e come si preparano alla Settimana Santa?
Tante sono le motivazioni che spingono un confratello ad affrontare questo cammino: la preghiera costante, quella che ti torna alla mente ogni venti minuti e che ti spinge a non arrenderti al freddo o alla stanchezza che ti annebbia la vista. Personalmente conosco le motivazioni più profonde di ogni ognuno di loro, o quasi, quella motivazione che sta nell' angolino più nascosto del loro cuore. Sostanzialmente è difficile rispondere a questa domanda. Risposta standard: tradizione di famiglia, per stare più vicini a Gesù, una devozione particolare. 

Perché questo periodo viene denominato 'Attesa'? E voi da Priore e vice Priore (rivolgendomi al v.p. Giovanni Schinaia) come la vivete? 
Noi la viviamo in modo diverso, se mi domandi di processioni fatte trent'anni fa probabilmente le ricordo alla perfezione, se mi chiedi invece della scorsa settimana Santa la ricordo a stento, siamo troppo presi dal corteo affinché tutto vada al meglio. I confratelli del Carmine sono cocciutamente orgogliosi, amano la propria chiesa in maniera viscerale, pretendono che sia tutto perfetto. Affinché lo sia, serve il costante lavoro di una ventina di collaboratori tra cui anche noi, quindi godersi appieno l'Attesa è quasi impossibile. 

Da quanto tempo è priore, e lei vice? 
Entrambi in carica da due anni e mezzo.

Quest'anno ricorre il 250' anno della donazione delle statue della Addolorata e Cristo Morto dalla famiglia dei Caló. Come vive quest'evento la confraternita? Come ha accolto il privilegio dell'indizione dell'anno Santo straordinario concesso da Papa Francesco? 
Siamo certamente felici di questo privilegio fortemente voluto e concesso per grazia di Dio - sorride il Priore - È certamente un anno importante quello la donazione delle statue nel 1675, da esse è nato tutto e i Calò hanno cambiato la nostra storia. Certamente la Confraternita esisteva già prima, ma tutto questo ha fatto si che la Confraternita del Carmine diventasse un punto di riferimento per Taranto.

Quindi queste due statue furono donate dai Calò, le altre sei invece?
La storia è un po’ più complessa, i Calò alla fine del 600 commissionarono queste due statue (Addolorata e Cristo Morto) a Napoli e sono di cartapesta . Con esse iniziò la tradizione di una famiglia nobiliare tramandata per circa 70 anni, organizzavano di Venerdi Santo una processione privata delle due statue alla quale partecipavano diverse confraternite, tra cui la nostra.
Un discendente di Don Diego Calò, FrancescoAntonio Calò decise di affidare queste due statue ad un sodalizio affinchè questo rito si mantenesse nei secoli. Scelse la Confraternita del Carmine poiché tra tante si distingueva per la sua devozione. Così la processione da privata divenne pubblica e nel tempo i nostri predecessori, in momenti diversi, hanno aggiunto le statue che tutt’ora abbiamo. 
La prima ad essere aggiunta è stata il Crocifisso, a seguire il Cristo all’orto, la Colonna, l’ Ecce Homo, la Cascata e la Sindone anche se statua non è. Nel 1901 il Priore Angelo Caminiti decise di sostituire tre statue commissionandole ad un maestro cartapestaio leccese, Manzo, grandissimo artista. Realizzò la Colonna, l’Ecce Homo e la Cascata, superando se stesso e realizzando dei capolavori. Nel 1924 da un confratello venne donato il Cristo all’orto che andò a sostituire la precedente statua. Quindi così la processione ha assunto quella configurazione che oggi conosciamo.


Durante la gara (NON ASTA) sono numerose le offerte fatte dai confratelli, a cosa sono destinate?
Alla vita quotidiana della Confraternita. La Confraternita ha una serie di entrate ‘ordinarie’, quale può essere la tassa di iscrizione in base all’età del confratello, e entrate ‘straordinarie’ quali sono le offerte dei confratelli nella domenica delle Palme. ci consente di sostenere le attività della confraternita e la manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa, inoltre di sostenere la decennale attività della mensa dei poveri. 
Grazie a queste offerte riusciamo ad aiutare chi vive un momento difficile sia che siano persone singole, associazioni o enti. 

La confraternita è formata sia da confratelli che da consorelle. Perché le consorelle non partecipano alla gara e non portano i simboli? 
Le consorelle non partecipano all’assemblea di aggiudicazione perché non possono aggiudicarsi nulla – sorride – la motivazione è semplicissima, questa confraternita nasce come esclusivamente maschile ma negli anni sono cambiati i regolamenti come anche l’atteggiamento della Chiesa nei confronti della donna e quindi si è aperta anche alle donne la possibilità di iscriversi e godono degli stessi diritti. Infatti in consiglio si siedono tre uomini e tre donne e possono ricoprire tutte le cariche ad eccezione del Priore che, per antica tradizione, è riservata ai soli confratelli. 
Non si è ritenuto opportuno, e credo non si riterrà mai, cambiare una tradizione facendo ad esempio portare i simboli ad una consorella. Il loro supporto è importantissimo e fondamentale, io non potrei fare una processione senza le donne a me care, prima fra tutte Lei, la Madonna. Personalmente sono favorevole alle consorelle poste dietro la statua della Madonna col cero in mano, ormai avviene da due anni. 


Un appello a tutti quei tarantini che sfruttano i riti della Settimana Santa come momento di incontro sfoggiando tutta la loro tarantinità girando con Raffo e panino alla mano?
Ragazzi lasciatevi rapire dallo sguardo dei confratelli. I confratelli sono un tramite, noi ci siamo sforzati in tutti questi anni di essere il più corretti possibile perché santi certo non siamo. 
Io oggi sono orgoglioso di poter dire “guardate i confratelli nei loro occhi e fate in modo che siano il vostro punto di incontro con Gesù.

Vi ripropongo la frase ad effetto del vice Priore: SE CREDI PREGA, SE NON CREDI AMMIRA, IN ENTRAMBI I CASI….CITTE! - Citte da fore!! - aggiunge il Priore. 

Il tarantino DOC vive di fede e passione: tutta la sua fede la manifesta durante la Settimana Santa, mentre per quanto riguarda la passione, quella più grande è il Taranto calcio. Voi seguite da vicino la nostra squadra?
Mio padre è stato presidente del Taranto, in Curva ci sono stato diverse volte ma la realtà che mi affligge è che siamo limitati anche nel calcio. Non c’è un anno in cui si parte bene, c’è sempre quella società che promette senza poi far nulla. La squadra è lo specchio della città e noi, non per il numero degli abitanti, MA PER LA NOSTRA STORIA CALCISTICA NON MERITIAMO LE SERIE CHE DA QUALCHE ANNO VIVIAMO. Ogni anno che passa dobbiamo ricordare presidenti come Fico e Carelli che sono stati forse gli ultimi grandi presidenti in categorie che ci appartengono. 

La chiacchierata si è conclusa con degli aneddoti raccontati dal Priore e Vice Priore sulle precedenti processioni.

A CURA DI 
ALESSANDRA DE GENNARO 
NICOLA CARPIGNANO