venerdì 21 febbraio 2014

L'ACCENTO TARANTINO? ANDIAMONE FIERI PERCHE' E' ANTICHISSIMO!

Ogni diversità è ricchezza, patrimonio dell'umanità e volano di crescita e conoscenza. 
Ed è proprio in questo ambito che si collocano i diversi accenti di cui è ricca l'Italia intera. In particolar modo, quello "Tarantino" è l'ultimo baluardo dell'antico accento Dorico, Spartano, per intenderci. Basti pensare che, soltanto spostandoci di pochi chilometri a nord, l'accento muta tendendo al barese, a est al salentino e, a ovest, al materano.
È una peculiarità esclusiva di Taranto che, nonostante le svariate invasioni nei secoli e il massiccio flusso immigratorio del '900, ha gelosamente conservato l'accento originario dei fondatori Spartani, la cui espressione più netta è ancora radicata nella Città antica. E' bene ricordare che qui, nel medioevo, si parlava ancora greco. 

Ovviamente è una specificazione mossa a difesa del nostro accento e per indottrinare i tanti detrattori che provano repulsione verso le vocali chiuse. Per la serie: "Ma come parlate?" Ecco, mo' u sapite accome parlàme!!!


Tra l'altro, tutt'altro che peregrina appare l'idea, secondo la quale, la nostra espressione minacciosa "mo' l'avé" potrebbe essere riconducibile alla famosa espressione attribuita a Re Leonida "ΜΟΛΩΝ ΛΑΒΕ! Molon labe (vieni a prenderle!!!)", riportata da Plutarco.

Plutarco, in greco antico Πλούταρχος (Cheronea, 46 d.C./48 d.C. – Delfi, 125 d.C./127 d.C.[1]), è stato un biografo, scrittore e filosofo greco antico, vissuto sotto l'Impero Romano, di cui ebbe anche la cittadinanza e dove ricoprì incarichi amministrativi.
Studiò ad Atene e fu fortemente influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa sono le Vite parallele, biografie dei più famosi personaggi dell'antichità. Durante l'ultima parte della sua vita fu sacerdote al Santuario di Delfi. (wikipedia)

DI MARCO DE BARTOLOMEO