martedì 4 febbraio 2014

TARANTO SOLA E DIVISA...di Roberto Missiani

Una città polverizzata socialmente e politicamente. Una città non rappresentata degnamente. E' davvero amaro ammetterlo, ma è così. Una città naturalmente bella, ma socialmente depressa. Tutti contro tutti. Siamo diventati una barzelletta. Ormai ridono di noi. Talentuosi , ma incapaci di azioni collettive. Comunichiamo molto, ma non ascoltiamo e non recepiamo. Proponiamo tanto, ma non diamo continuità alla pressione delle azioni. Tutti divisi in nome di piccole appartenenze, che fanno dimenticare la causa di forza maggiore. Mentre da noi impera la microconflittualità, le realtà a noi vicine crescono, costruiscono, progettano.
All'alba del terzo millennio, la nostra città si sta riscoprendo sola. Fuori e lontana dalle dorsali adriatica e tirrenica. Per l'attuale governatore siamo un enclave calabrese e meritevoli di adozione. Bari si accorge di noi  e ci promuove a candidata capitale  europea della cultura solo per un raffinato e lecito uso politico strumentale. Brindisi alza gli scudi quando si prospetta l'accorpamento delle Province. Lecce va avanti da sola e chiama Taranto solo perchè le servono i numeri utili al suo disegno politico, lecito anche questo. E per finire, in casa, abbiamo despoti, padrini, capipopolo e tanti semplici campalacasa. Nessun progetto politico, solo un lungo tirare a campare. Nessuna personalità politica di spessore. Tanti, troppi opportunisti e peracottai. Tanti, troppi rivoluzionari, che si acquietano al primo incarico affidatogli. Tanti troppi contestatori, che scompaiono magicamente alla prima nomina ufficiale. Tutti cercano solo il proprio posto al sole e addio a proclami e programmi dichiarati. Pochi nomi credibili. Poche formazioni degne di credito. Poche idee e anche confuse ed approssimative. Poco studio e poco confronto. Troppa  autoreferenzialità e molte trincee ideologiche e/o burocratiche. Ed è tutto sotto gli occhi di tutti. Siamo fermi. Giochiamo tutti in difesa di quel che è rimasto. Nessuno slancio progettuale. Molti tarantini ci stanno provando, dal basso ed in proprio, a smuovere la macchina sociale, ma sono ignorati e mal tollerati. Speriamo non debbano essere necessarie azioni dirompenti ed eclatanti. I cittadini hanno esaurito tutte le parole e tutte le preghiere.
A cura di Roberto Missiani