martedì 14 gennaio 2014

IN "SINDACABILE" da Cito a Stéfano, passando per la Di Bello...

Giancarlo CITO e Rossana DI BELLO, due sindaci che hanno lasciato l’amaro in bocca a parecchi concittadini, facendosi ricordare il primo per la cacciata dei tifosi in quel di Castellaneta, allontanandoli dal tempio e scatenando l’ira degli ultrà e la seconda per aver lasciato un conto salato in bilancio, con annesso dissesto comunale, che ha comportato di riflesso problemi sulla vita sociale locale. Ma quanti dubbi mi assalgono, quante domande mi girano in testa alle quali non riesco a dar risposta, innanzitutto, ci sarebbe da non dimenticare che il modus operandi a TARANTO era radicalizzato nel CEMMENEFUTTE, tanto da dare la libertà di parcheggiare le auto sui marciapiedi, nessuna garanzia di manutenzione del manto stradale (con annesse buche sparse per la città)o vivere quotidianamente la criminalità, non dimenticando, inoltre, l’obbligo imposto all’auchan di assumere esclusivamente TARANTINI o il ripristino a quattro soldi delle sacre acque della fontana di Piazza EBALIA o la rinascita della villa peripato . Regista eccellente di tutti questi cambiamenti è stato l’Onorevole, che con le sue performance di intervento in prima persona, ha ottenuto tutti quei risultati che la gente tanto reclamava. Ora, visti tutti questi propositivi intenti, di non comune azione, come mai si è ritrovato a pagare le peggiori condanne? Come mai davanti alla giustizia, il re dell’emittente ha pagato un conto così salato?. Nella storia recente, ho lucido il ricordo del borgo rifatto a nuovo, il progetto del delfinario (oggi tartarugaio), che agli occhi di taluni è un impropria costruzione, per me rimane un luogo di applicazione scientifica per quei studenti, che usciranno dalla nostra Università. Università, vero, quella che nessuno aveva pensato a dove situarla o come radicarla nella nostra terra e che invece la DI BELLO (con il contributo attivo del presidente della provincia RANA) è riuscita a dar degna base solida nella TARANTO ANTICA, per non parlare, oltre modo, di tutto l’interesse che si è sviluppato intorno a quell’isola prima tanto abbandonata, con il rifacimento sia delle palazzine antiche che del palazzo di città stesso, con la rimessa in vita dell’antico e glorioso ristorante “IL GAMBERO”, con il ritrovato interesse sulle colonne doriche e tant’altro. Anch’ella ha dovuto pagare dazio giudiziale, come se alla fine avesse svolto un incarico istituzionale esclusivamente illecito, considerando sempre quel velato dubbio che mi assale, perchè un sindaco dovrebbe mai pensare di sottrarre tale entità economica, credendo poi alla fine di farla franca???
E in “ULTIMO” il dott. Stèfano, non ho nulla di positivo da menzionare, nemmeno l’idea che abbia risolto e fatto dimenticare il dissesto o costruito o migliorato qualcosa, ma ho davanti un primo mandato senza storia e un secondo, con annessa pubblicità negativa e intercettazioni che non hanno nulla di buono per questo territorio, ma sicuramente qualcosa lo ha trasmesso a tutti noi, NON FARE NIENTE E NON TI SUCCEDE NIENTE (CEMMENEFUTTE).
A CURA DI MORGAN VINCI